23.11.08

The Weak Current - film



di Nicole Leghissa, Italia 2007, 50’

Giovedì 27 novembre ore 20,45
Piazza Diaz 46r, Savona- Italie


L’Assessorato alla Cooperazione Internazionale e alla Pace della Provincia di Savona, in collaborazione con ANOLF – CISL, PROGETTO SVILUPPO – CGIL, Centro di Documentazione LIBROMONDO, Associazione MELISANDRA, Ce.Sa.Vo., Spes S.C.P.A. all'interno della rassegna "NuovoFilmStudio" presentano questo filmato accompagnato dalla discussione con la regista Nicole Leghissa, Masengo Ma Mbongolo, coordinatore generale dell’Associazione Malaki Ma Kongo, Pietro di Serego Alighieri e Ginevra di Serego Alighieri, discendenti di Pietro Savorgnan di Brazzà.

Seconda metà dell'Ottocento. Il giovane rampollo di una famiglia aristocratica abbandona le comodità dei salotti e parte dal Friuli alla scoperta delle terre incognite d´Africa. "… Pietro l'esploratore buono, il bianco che nel 1880, al termine di una lunga marcia di pochi uomini nella giungla, in una favolosa notte di luna aveva scoperto il fiume Congo vasto come l'oceano. Savorgnan di Brazzà, l'ufficiale gentiluomo, l'Idealista che marciava scalzo e disarmato, ma metteva l'alta uniforme per incontrare i re color dell'ebano. … Ma ora l'attesa è finita, i tam tam salutano il Grande Spirito dell'eroe che torna sul suo fiume, nel luogo che porta il suo nome: Brazzàville, capitale della Repubblica del Congo…” scrive P. Rumiz, giornalista. Il documentario compie un viaggio nello scarto esistente tra il mito dell'esploratore che voleva essere amico degli africani e l’attuale squallido utilizzo della sua icona da parte dei poteri forti, congolese e francese, che amici non sono. Il trasferimento delle spoglie di Brazzà non è altro che una commedia imbastita per annebbiare lo sguardo della comunità internazionale e delle popolazioni africane sulla vera posta in gioco: la depredazione del Congo. A guidare lo spettatore in questo viaggio è proprio il giornalista Paolo Rumiz, che dopo un'iniziale fascinazione per la modernità del Brazzà, esploratore avventuroso e disinteressato, si accorge che l'inaugurazione del mausoleo a lui dedicato non è altro che un'operazione cosmetica. Brazzà è un'icona perfetta: piace alle popolazioni indigene da cui è considerato tuttora un antenato, al dittatore africano che cerca di rifarsi l'immagine, al governo francese in aria di revisionismo coloniale. Dietro il teatrino delle belle parole, del taglio dei nastri e dei tappeti rossi stesi alla famiglia Brazzà per acconsentire al trasferimento delle spoglie dell'illustre antenato, c'è una realtà molto più tetra ed estremamente lucrativa. Ieri era il legno, era il caucciù, era l'avorio. Oggi è il petrolio. Il documentario presenta Brazzà, l'esploratore scalzo e disarmato. Il gentiluomo avventuroso che finì per essere ripudiato dalla Francia e rimosso dal suo ruolo di Governatore della Colonia dell'Africa Equatoriale Francese a causa delle sue aperte critiche alla brutalità del sistema coloniale. Tradito a tal punto che la moglie preferì seppellirlo ad Algeri, rifiutando i funerali di stato a Parigi.

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